DI COSA SI TRATTA
Il Disturbo dell’ Apprendimento Non Verbale è una condizione che non è ancora stata ufficialmente classificata nei manuali di diagnosi ed è ancora poco riconosciuta.
È un disturbo che si caratterizza per la difficoltà in compiti di natura visuospaziale, a fronte di buone abilità in prove di natura verbale. I bambini con DANV hanno quindi poca manualità, sono solitamente impacciati e goffi e spesso disordinati, ma possiedono buone abilità linguistiche, con un buon vocabolario.
Il disturbo consiste in un deficit a carico delle abilità visuospaziali, in particolare è compromessa la memoria di lavoro visuospaziale, mentre la memoria di lavoro verbale risulta tendenzialmente preservato. Alcuni studi hanno indagato il ruolo delle altre Funzioni Esecutive, ma l’esiguo numero di lavori pubblicati non permette di giungere a delle conclusioni.
Il Disturbo dell’ Apprendimento Non Verbale fu descritto per la prima volta da Johnson e Myklebust negli anni ’60, ma divenne maggiormente conosciuto solo alla fine degli anni ’90. Questo è dovuto probabilmente al fatto che la scuola si focalizza soprattutto nelle abilità verbali e presta meno attenzione a bambini che hanno difficoltà visuospaziali, quindi scarse abilità nel disegno o nella motricità. Inoltre il DANV si sovrappone spesso ad altri profili, come ADHD, autismo ad alto funzionamento, disturbo della coordinazione motoria, DSA…). Questa condizione, quindi, spesso non è riconosciuta oppure viene confusa con altri disturbi.
COME SI MANIFESTA IL DISTURBO NON VERBALE DELL’APPRENDIMENTO
I bambini con DANV presentano una scarsa coordinazione psicomotoria e acquisiscono le tappe motorie più lentamente rispetto ai coetanei; anche la loro capacità di camminare rimane instabile per un periodo prolungato. Generalmente investono molto sulle abilità linguistiche che sviluppano precocemente. La loro scarsa abilità di coordinazione ed equilibrio provoca difficoltà in diverse attività motorie, soprattutto nell’imparare ad andare in bicicletta e la carente capacità fino-motoria provoca delle difficoltà nell’allacciarsi le scarpe e i bottoni, nell’uso della forbice, nel disegno e nell’acquisizione della scrittura.
Si osservano poi difficoltà nell’elaborazione visuospaziale, come copiare figure, ricordare disegni o ragionare utilizzando immagini e relazioni visuospaziali e spesso hanno difficoltà ad orientarsi nello spazio. Per questo motivo questi bambini non amano disegnare e colorare e nemmeno svolgere giochi come puzzle o costruzioni.
Quando questi bambini iniziano la scuola, le ricadute negli apprendimenti sono evidenti:
- il disegno risulta inadeguato all’età
- la grafia è difficile da leggere e i margini sono poco rispettati
- l’uso di strumenti come squadre e compasso si rivela complesso
- hanno difficoltà ad allineare e incolonnare i numeri per svolgere il calcolo in colonna e nel segno delle operazioni
- in geometria, oltre alle difficoltà grafiche, c’è una scarsa capacità di lavorare con figure astratte e con loro caratteristiche (base, altezza, diagonale..)
- si osserva una scarsa comprensione di grafici, tabelle e mappe geografiche
- può esserci difficoltà nella comprensione del testo, quando contiene relazioni spaziali, descrizioni, rapporti tra oggetti
- hanno difficoltà nello stabilire rapporti spazio-temporali e relazioni causa-effetto
PROBLEMI DI COMPETENZA SOCIALE NEL DISTURBO NON VERBALE DELL’APPRENDIMENTO
I bambini con Disturbo dell’Apprendimento Non Verbale presentano anche delle difficoltà nell’interazione con i loro compagni. Essi, pur avendo adeguate capacità linguistiche, non riescono a capire ed utilizzare in modo appropriato il linguaggio non verbale, come ad esempio le espressioni del volto e la postura. Possiedono scarse abilità di pragmatica, hanno quindi un deficit nella comprensione e nel rispetto delle regole sociali della comunicazione, tendono ad esempio ad essere verbosi, a parlare in modo eccessivo, senza lasciare spazio all’altro. Agli occhi dei coetanei rischiano di diventare invadenti, possono risultare bizzarri e spesso vengono isolati dai compagni.
RICONOSCERE IL DISTURBO DELL’APPRENDIMENTO NON VERBALE
Nonostante la diagnosi di DANV non sia ancora riconosciuta nei manuali diagnostici, l’AIRIPA ha diffuso delle linee guida che contengono i criteri per identificare questo disturbo. Riassumo i criteri qui sotto, è possibile visionare le linee guida complete a questo link.
La presenza di questo disturbo è possibile se soddisfa i seguenti criteri:
- A. Presenza di un deficit persistente nel ragionamento non-verbale, in presenza di intelligenza verbale nella norma
- B. Difficoltà sostanziali in almeno due delle seguenti aree:
– Difficoltà in prove di percezione visiva
– Difficoltà nella riproduzione su copia o nel ricordo di disegni
– Difficoltà nel ricordare temporaneamente informazioni visuospaziali (memoria di lavoro visuospaziale) - C. Presenza di indici clinici e in almeno una nelle seguenti aree:
– Difficoltà fino-motorie (es. nella scrittura, nell’uso bottoni, lacci)
– Difficoltà nell’apprendimento del calcolo o in altre materie che coinvolgono le abilità visuospaziali in presenza di un’adeguata decodifica della lettura
– Difficoltà nelle interazioni sociali (es. Linguaggio verboso, difficoltà di comprensione della comunicazione non verbale) - D. Alcuni sintomi possono essere visibili prima dei 7 anni, ma è possibile che si manifestano completamente solo quando le richieste ambientali eccedono le capacità del bambino
- E. I sintomi interferiscono sulla qualità della vita sociale e/o scolastica del bambino
- F. Le difficoltà non sono spiegate dalla presenza di altri disturbi, come il disturbo dello spettro autistico (ASD) ad alto funzionamento o di un disturbo della coordinazione motoria (DCD)
SITOGRAFIA
Disturbo dell’apprendimento non verbale (DANV) (https_infodsa.it)
Il Disturbo dell’Apprendimento Non Verbale (DANV o NLD) – www.neuropsicomotricista.it
linee_guidaNLD.pdf (airipa.it)
BIBLIOGRAFIA
Marzocchi, Pecini, Usai, Viterbori (2022) Le funzioni esecutive nei disturbi del neurosviluppo. Hogrefe.
Howard A. Paul PhD, ABPP (2017) Nonverbal Learning Disabilities, by C. Cornoldi, I. C. Mammarella, & J. G. Fine, Child & Family Behavior Therapy
Johnson, D., & Mychlebust, H. (1967). Learning disabilities: Educational principles and practices. New York, NY: Grune & Stratton