COS’É LA MEMORIA DI LAVORO?
La memoria di lavoro è una capacità cognitiva che consente di immagazzinare temporaneamente e manipolare informazioni da utilizzare per vari scopi. La memoria di lavoro gioca un ruolo fondamentale in tutti i processi cognitivi, la utilizziamo in ogni ambito quotidiano ed è di fondamentale importanza nell’apprendimento. La utilizziamo anche semplicemente per dare un senso compiuto ad una frase che ascoltiamo o leggiamo, in quanto è necessario mantenere in memoria le varie parti della frase e in seguito assemblarle insieme, oppure quando al supermercato calcoliamo quanto resto ci deve dare la commessa.
Come vedremo più avanti è, senza alcun dubbio, fondamentale anche a scuola e in tutti gli apprendimenti.
UN MODELLO NEUROPSICOLOGICO
Il modello neuropsicologico che ci spiega come funziona la memoria di lavoro è stato creato da Baddley e Hitch nel 1974 ed è stato poi perfezionato nel 2000. Secondo questi autori essa è un sistema multicomponenziale, formato da:
- esecutivo centrale, che è la componente più importante, gestisce le risorse attentive e coordina gli altri componenti
- loop fonologico, che elabora le informazioni di natura verbale (informazioni orali e scritte)
- taccuino visuo-spaziale, che elabora le informazioni visive e relative allo spazio
- buffer fonologico, che integra le informazioni visive del taccuino visuospaziale, quelle uditive del loop fonologico e quelle provenienti dalla memoria a lungo termine.

LA MEMORIA DI LAVORO E LA MEMORIA A BREVE TERMINE
La memoria di lavoro va distinta dalla memoria a breve termine. La memoria a breve termine, infatti, consente il mantenimento delle informazioni senza manipolazione attiva. Facciamo un esempio. Prova a memorizzare questa lista di parole e poi tenta di ripeterla senza guardare:
pane, arancia, mucca, lavagna, prato, casa.
Ora prova a memorizzare quest’altra lista di parole, ma questa volta ripeti la lista in ordine alfabetico:
cielo, sasso, libro, matita, lavandino, panda.
Ti è sembrato più faticoso vero?
Nel primo caso hai trattenuto le informazioni da ricordare in modo passivo, utilizzando la memoria a breve termine, mentre nel secondo le hai elaborate attivamente per poterle ripetere nell’ordine giusto, utilizzando la memoria di lavoro.
LA MEMORIA DI LAVORO E I DISTURBI DI APPRENDIMENTO
Nei Disturbi Specifici di Apprendimento, oltre ad essere compromesse le abilità specifiche di lettura, scrittura e/o calcolo, sono molto spesso presenti fragilità anche nelle funzioni esecutive, soprattutto nella memoria di lavoro. Questa componente è fondamentale fin dalle prime fasi dell’apprendimento, in quanto interviene nell’acquisizione dei prerequisiti dell’apprendimento della lettoscrittura e del calcolo, ma è fondamentale anche nella comprensione di istruzioni orali
Con la scuola primaria, l’efficacia di questa abilità cognitiva risulta fondamentale, interviene ad esempio nell’abilità di convertire le lettere in suoni, quindi nelle prime fasi di acquisizione della lettura e della scrittura, Ma anche le capacità di calcolo a mente dipendono fortemente dall’abilità di mantenere le informazioni in memoria di lavoro, infatti, durante questo processo, bisogna contemporaneamente tenere a mente le cifre, il segno aritmetico e le varie procedure. La memoria interviene poi anche nei processi di apprendimento più complessi come la comprensione del testo e la risoluzione di problemi. Infatti, per costruire la corretta rappresentazione di un testo, è necessario mantenere ed aggiornare di continuo le informazioni nella memoria di lavoro, mentre per risolvere un problema essa è fondamentale per mettere in relazione i dati e aggiornare le informazioni che sono man mano presentate nel testo del problema.
Il deficit nella memoria di lavoro, che molto spesso accompagna i ragazzi con un disturbo specifico dell’apprendimento è quindi responsabile di svariate difficoltà incontrate a scuola.
COSA FARE IN CASO DI DIFFICOLTÀ NELLA MEMORIA DI LAVORO?
La memoria di lavoro è una risorsa a capacità limitata. Inizialmente si credeva che questa capacità fosse una caratteristica individuale immutabile, invece negli anni 2000 la ricerca ha confermato che può essere aumentata attraverso specifici training cognitivi.
È quindi possibile intraprendere un percorso di potenziamento per migliorare la memoria di lavoro.
Nel caso di studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento, che come abbiamo visto mostrano molto spesso deficit nelle funzioni esecutive, soprattutto nella memoria di lavoro, è importante intraprendere un percorso di trattamento che miri a potenziare sia la specifica funzione carente di lettura, scrittura e/o calcolo, sia le abilità trasversali carenti. In questo modo il trattamento gioverà non solo ad una determinata abilità, ma a più processi cognitivi.
Inoltre a scuola è necessario che vengano utilizzati gli strumenti compensativi, in modo da evitare un sovraccarico della memoria. Ad esempio, l’utilizzo della sintesi vocale permette allo studente di concentrarsi sulla comprensione, piuttosto che sulla lettura; la possibilità di utilizzare i formulari di geometria fa in modo che l’attenzione e lo spazio della memoria siano focalizzate sulla risoluzione del problema, piuttosto che sul ricordo delle formule.
Riferimenti bibliografici e sitografici
Baddeley, A. D. (2000), The episodic buffer: a new component of working memory?. Trends in Cognitive Science, 4 (11): 417-423
Baddley, Hitch (2000) Development of Working Memory: Should the Pascual-Leone and the Baddeley and Hitch Models Be Merged? Journal of Experimental Child Psychology, 77 (2000), pp. 128-13
Constantinidis, C., & Klingberg, T. (2016). The neuroscience of working memory capacity and training. Nature Reviews Neuroscience, 17(7), 438–449.
Il Nostro Block-Notes Mentale – Cooperativa Anastasis
Working Memory Model in Psychology – Simplypsychology