Al giorno d’oggi la scrittura rappresenta un’abilità fondamentale che viene richiesta ai bambini durante il loro percorso di apprendimento. Infatti, nel contesto scolastico, essa è coinvolta in tutte le materie. Durante la carriera scolastica, può succedere che si verifichino difficoltà o disturbi nella scrittura, in questo caso è importante capire quali sono le abilità che sono coinvolte in questo processo.
LA SCRITTURA DI UN TESTO: TRE DIVERSE ABILITÀ
La scrittura di un testo a mano è un processo articolato che include tre elementi distinti: la competenza grafo-motoria, la competenza ortografica e la capacità di espressione scritta. Le prime due competenze, grafo-motoria e ortografica, riguardano gli aspetti pratici della scrittura durante l’atto di trascrizione. L’espressione scritta, invece, rappresenta un’abilità più complessa, che richiede un controllo cognitivo più elevato.
Vediamo nel dettaglio queste particolari competenze.
La competenza grafo-motoria:
La competenza grafo-motoria racchiude tutte le abilità che consentono al bambino di riprodurre i singoli segni grafici attraverso diversi processi. Questi processi comprendono: il riconoscimento delle caratteristiche di ciascun grafema, il recupero dalla memoria dei modelli grafomotori necessari per la loro scrittura e i parametri esecutivi che facilitano l’esecuzione dei movimenti. Il progresso della componente esecutiva della scrittura si basa su abilità visuo-percettive, motorie e visuo-spaziali.
La competenza ortografica:
La competenza ortografica è l‘abilità di convertire un suono (fonema) nel suo corrispettivo segno scritto (grafema) e di recuperare le informazioni dal lessico ortografico. Il funzionamento di questo processo può essere spiegato facendo riferimento al modello a due vie introdotto da Coldheart, il quale descrive due distinti meccanismi che si attivano quando si ascolta una parola: la via fonologica e la via semantica (analogamente a come avviene per la lettura).
La via fonologica permette di identificare i singoli suoni che compongono una parola, convertirli in segni grafici e organizzarli secondo un preciso ordine. È essenziale per la trascrizione accurata di parole sconosciute.
La via semantica, invece, consente di recuperare la forma scritta di una parola intera e il relativo significato dal lessico ortografico. Questa via è utilizzata principalmente per scrivere parole già familiari ed è fondamentale nel caso di parole con ortografia ambigua e forme omofone non omografe (come hanno e anno).
Nelle lingue trasparenti, come l’italiano, la via fonologica permette di scrivere correttamente la maggior parte delle parole.
La capacità di espressione scritta:
La costruzione di un testo implica invece processi più complessi come capacità cognitive (attenzione, memoria, pianificazione), abilità linguistiche (lessico adeguato, conoscenze morfosintattiche) e competenze metacognitive (ad esempio strategie di revisione del testo).
DIFFICOLTÀ DI SCRITTURA
Possono manifestarsi difficoltà o disturbi in ognuna di queste tre diverse competenze! Ad esempio può manifestarsi un’incapacità di controllare l’aspetto grafico della capacità manuale, quindi il movimento motorio necessario per eseguire la prestazione; in questo caso si può assistere ad una scrittura illeggibile e/o lenta, ad un impugnatura scorretta della penna, una pressione sul foglio non adeguata o anche uno scarso rispetto dei margini e dello spazio tra le parole. Quando si manifestano queste caratteristiche è possibile che sia presente una disgrafia.
Quando invece la scrittura è caratterizzata da un elevato numero di errori di conversione grafema-fonema, è compromessa la competenza ortografica. Oltre alla quantità di errori è necessario anche analizzare il tipo di errore che lo studente commette. Esiste una classificazione degli errori ortografici che propone tre tipologie di errori:
– gli errori fonologici: quando c’è una errata conversione fonema-grafema, ad esempio quando vengono confusi grafemi simili (tavolo – tafolo), oppure quando vengono omesse, aggiunte o invertite sillabe o lettere (domani – doani; il – li).
– gli errori non fonologici: che si caratterizzano per un’errata rappresentazione ortografica delle parole che non riguarda la conversione da fonema a grafema, ad esempio nelle fusioni o separazioni illegali (l’ora – lora; insieme – in sieme), nell’ omissione o aggiunta dell’h (a casa – ha casa) o negli scambi di grafemi omofoni (scuola – squola).
– gli errori fonetici: fanno riferimento all’uso errato di doppie e accenti.
È importante valutare le diverse componenti in funzione della fase evolutiva. Ad esempio durante le prime fasi di apprendimento della scrittura, è fondamentale monitorare i processi di conversione da suoni a simboli grafici. Successivamente diventa più rilevante concentrarsi sugli aspetti ortografici.
Una compromissione della componente ortografica può essere indice della presenza di una disortografia.
EFFETTI DI TRASCINAMENTO DEGLI ERRORI
La presenza di difficoltà in una o più aree della scrittura può influenzare negativamente anche le altre. Una velocità di scrittura particolarmente lenta, non solo impedisce al bambino di seguire il passo dei compagni, ma può anche limitare la sua capacità di creare testi ben strutturati e originali. Inoltre una grafia poco leggibile può ostacolare il riconoscimento degli errori ortografici e mascherare reali problemi ortografici, e, al contempo, le difficoltà ortografiche aumentano il tempo necessario per scrivere e compromettono la qualità del prodotto grafico.
Bibliografia:
Cornoldi, 2019, I Disturbi dell’Apprendimento, Il Mulino