LE FUNZIONI ESECUTIVE

CHE COSA SONO LE FUNZIONI ESECUTIVE?

Le funzioni esecutive sono un insieme di abilità cognitive che ci consentono di pianificare, organizzare, svolgere e controllare il nostro comportamento in modo ottimale quando dobbiamo raggiungere un obiettivo.
Intervengono quando bisogna concentrarsi e focalizzare l’attenzione, cioè quando le nostre abilità di routine non sono più sufficienti per portare a termine il compito richiesto. Le funzioni esecutive disattivano quindi il nostro “pilota automatico” e processano le informazioni in modo intenzionale.

I MODELLI NEUROPSICOLOGICI

Le funzioni esecutive sono sempre state di grande interesse per gli psicologi e i ricercatori e nel corso degli anni si sono susseguiti diversi modelli neuropsicologici che hanno cercato di spiegarne il funzionamento.
Attualmente il modello più accreditato è quello che è stato proposto da Miyake e collaboratori nel 2000. Questo modello fraziona le funzioni esecutive in tre componenti che sono indipendenti, ma correlate tra loro:

  • l’inibizione, cioè la capacità di inibire gli impulsi e le informazioni irrilevanti. Ci aiuta quindi a focalizzare l’attenzione sulle informazioni importanti, a evitare distrazioni e a gestire i nostri impulsi emotivi e comportamentali. Ci consente di modificare il nostro comportamento in base al contesto sociale e ambientale in cui ci troviamo
  • l’aggiornamento delle informazioni nella memoria di lavoro, cioè il processo attraverso il quale vengono integrati e modificati i contenuti presenti nella memoria di lavoro.
  • la flessibilità cognitiva, cioè la capacità di passare da un compito all’altro e modificare il nostro modo di pensare e agire in risposta alle variazioni dell’ambiente circostante o delle regole.

A queste tre componenti di base se ne aggiungono altre che derivano dalla loro integrazione, come ad esempio:

Pianificazione, cioè la capacità di stabilire degli obiettivi, di organizzare le risorse e di monitorare il processo verso il risultato che si intende ottenere.

Autocontrollo, la capacità di gestire le emozioni, i pensieri e i comportamenti in maniera appropriata rispetto alla situazione e al contesto.

I CORRELATI NEURALI

É ormai noto che le funzioni esecutive hanno una base neurale importante nella corteccia prefrontale. I lobi prefrontali, infatti, sono quelli che si sono più sviluppati nell’uomo rispetto agli altri primati, si può quindi facilmente intuire che essi sono sede di funzioni cognitive complesse.
La corteccia prefrontale occupa quasi un terzo della corteccia cerebrale e riceve informazioni da tutte le modalità sensoriali e dagli stati emotivi dell’individuo. Quest’area ha una maturazione neurobiologica graduale e raggiunge il proprio sviluppo tardivamente (a circa 20 anni) a differenza di altre aree cerebrali. È fondamentale però sottolineare che le funzioni esecutive dipendono anche da estese connessioni tra le aree prefrontali e altre aree cerebrali.
La corteccia prefrontale è una delle aree a maggiore plasticità ed è particolarmente influenzabile da fattori ambientali ed esperienziali. Questa elevata plasticità consente un’ampia modificabilità delle funzioni esecutive che da essa in parte dipendono, ma allo stesso tempo rende la corteccia prefrontale suscettibile all’effetto di eventi avversi e fattori ambientali negativi come stress, deprivazione, povertà, prematurità…

LO SVILUPPO DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

Le funzioni esecutive si sviluppano precocemente, già a partire dalla fine del primo anno di vita e si sviluppano parallelamente allo sviluppo della corteccia prefrontale. L’età prescolare tra i 3 e i 5 anni è stata identificata come un periodo particolarmente critico per lo sviluppo delle funzioni esecutive.
Fino a 3 anni i bambini possiedono una componente unitaria delle funzioni esecutive, mentre a partire dai 4 anni c’è una progressiva differenziazione delle varie componenti che si specializzano in modo progressivo fino all’età adolescenziale.
Le esperienze ambientali dei primi due anni di vita sono fondamentali nel determinare quali connessioni sinaptiche persistano e quali altri vengano eliminate a causa della loro inattività. Tra i fattori ambientali, un ruolo importante ce l’hanno le relazioni parentali: un attaccamento sicuro nella relazione con la madre o con l’adulto di riferimento, porta i bambini ad essere maggiormente regolati e ad ottenere migliori risultati in compiti di valutazione delle funzioni esecutive. Un altro fattore ambientale importante è lo status socio – economico e culturale, poiché esso risulta associato alla quantità e qualità delle stimolazioni cognitive che i bambini ricevono nella prima infanzia; i bambini che provengono da contesti svantaggiati hanno minori opportunità di vivere esperienze stimolanti e sono di solito maggiormente esposti a situazioni stressanti come ad esempio instabilità familiare, precarietà lavorativa e mancanza di risorse primarie.

Bibliografia /Sitografia
“Le funzioni esecutive nei disturbi del neurosviluppo”, Marzocchi, Pecini, Usai, Viterbori, Hogrefe
https://www.brainfacts.org/

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